Il Senato francese frena sulla riforma: stop al doppio dono e all’autoconservazione di gameti.

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Dopo un primo momento di palpabile entusiasmo rispetto alle posizioni del Senat in Francia, i sostenitori di una riforma più radicale del sistema bioetico hanno subìto una forte delusione. La maggioranza repubblicana ha infatti posto il veto su due grandi temi: da un lato il doppio dono di gameti, mentre dall’altro l’autoconservazione dei gameti.

Il doppio dono di gameti è un trattamento che consiste nel ricevere un dono sia di spermatozoi, sia di ovociti al fine di ottenere un concepimento. L’autoconservazione, invece, consiste nella scelta di crioconservare (“congelare”) spermatozoi od ovociti a prescindere dall’esistenza di un criterio patologico. In Francia, infatti, è possibile richiedere la crioconservazione soltanto quando la persona interessata sia affetta da una patologia che possa inficiarne la fertilità (come nel caso di patologie oncologiche che richiedano terapie chemio/radioterapiche).

Rispetto al doppio dono è cruciale ricordare come in Francia sia invece già possibile adottare un embrione, così come, in modo speculare, per una coppia è possibile dare in adozione un embrione (tra quelli c.d. soprannumerari, cioè creati nel corso di una PMA, ma non trasferiti nell’utero della donna). Va da sé che il legame genetico tra coppia adottante ed embrione è inesistente. Per questo le ferree opposizioni di alcuni senatori al doppio dono appaiono faziose e infondate.

Come nel caso del senatore Dominique de Legge (Les Républicains LR), che vede nell’apertura al doppio dono

« una rottura biologica » a fronte del fatto che « fino a oggi la legge vietava il doppio dono per far sì che il bambino sia sempre legato biologicamente almeno a uno dei due membri della coppia ».

Anche Bruno Retailleau (presidente del gruppo LR al Senat) ha sostenuto che

se il legame “di sangue” venisse eliminato, ciò “potrebbe porre delle gravi questioni” rispetto alla filiazione, nonché aprire a “innumerevoli possibilità”, allorché la legge mira a  “mantenere almeno un legame biologico tra bambino e genitori”.

Se alcuni senatori sembrano ignorare come anche nell’adozione di embrione (legale da quasi 10 anni in Francia) il legame genetico sia interrotto con entrambi i genitori, lo stesso non si può dire per la Ministra della salute, Agnès Buzyn. Quest’ultima ha ricordato come

« sia inevitabile constatare » che nei casi di doppia infertilità di coppia, le coppie
« non sono propense ad adottare un embrione provieniente da un altro progetto familiare » e che infatti solo « una ventina di bambini nascano ogni anno a fronte di 10.000 embrioni crioconservati ».

 

Per quanto riguarda invece l’autoconservazione dei gameti, in Senato nella giornata di giovedì 23 gennaio si è svolta una vicenda quanto meno singolare. In un primo momento i senatori si sono opposti all’eliminazione, dal progetto di legge, dell’articolo relativo all’autoconservazione, con 178 voti contro l’eliminazione, 109 a favore e 26 sostenuti. Successivamente, nel corso di un voto a scrutinio pubblico sull’articolo, 119 senatori hanno votato a favore e altri 199 contro. Questa perfetta uguaglianza ha comportato il rigetto dell’articolo. Inoltre, ben 24 senatori della République en Marche si sono astenuti, nonostante nella campagna elettorale del 2016-2017 il tema fosse stato ampiamente sostenuto dal partito di Emmanuel Macron.

In ogni caso, il dibattito al Senat si è concentrato su due filoni di pensiero tradizionali in relazione alla scelta di crioconservare i gameti, in assenza di una malattia che minacci la fertilità. Da un lato si sono alzate dunque le voci di chi si dichiara garante della libertà di scelta delle donne, mentre dall’altro dei detrattori della cattiva influenza della pressione sociale (specialmente subìta dalle donne che lavorano in aziende che scoraggiano la maternità).

La commissione speciale del Senato aveva inizialmente votato a favore dell’autoconservazione e la relatrice Muriel Jourda (Les Républicains) aveva sottolineato la sensatezza della riforma perché in sede di esame della proposta, nel dialogo con le associazioni di pazienti, era emerso come a richiedere l’autoconservazione fossero nella maggior parte dei casi donne in difficoltà a trovare partner pronti ad affrontare un progetto genitoriale.

La presidente del gruppo misto, Eliane Assassi, ha utilizzato invece toni più aspri e ha inteso mettere in guardia

« le persone che agiranno sotto la pressione della società, che veicola un obbligo alla maternità, perché non tutte le donne saranno appagate dall’aver raggiunto lo status di madri ».

Le questioni del doppio dono e dell’autoconservazione dovranno dunque tornare al vaglio dell’Assemblée Nationale, che si era espressa alla fine del 2019 a favore di entrambe le proposte.

 

PMA per le coppie di donne e le donne single: il Senato francese approva la proposta.

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Una prima tranche di lavori del Senato francese, sulla riforma della bioetica, si è conclusa mercoledì 22 gennaio in tarda serata. Intorno a mezzanotte c’è stata la conferma che il primo articolo del progetto di legge è stato approvato con 160 voti favorevoli e 116 contrari.

Il Senato ha quindi avallato la proposta dell’Assemblée Nationale, aprendo la strada alla

PMA per le coppie di donne
e per le donne single
(nota in Francia come PMA pour toutes)!

Agnès Buzyn, Ministro della salute in Francia, ha sottolineato come quest’apertura possa

« shockare qualcuno per delle ragioni culturali, ma essa non modifica i principi fondamentali delle nostre leggi in materia di bioetica, tra i quali rilevano il divieto di commercializzazione del corpo umano, la dignità del corpo umano e il dono su base altruistica ».

Contro questa parte della riforma si sono mobilitate una ventina di associazioni, allineatesi nei ranghi capitanati dalla Manif pour Tous, una lobby creata in Francia nel 2012, al fine di contrastare l’allora progetto di legge noto come Mariage pour Tous, poi approvato nel 2013. La Manif osteggia sistematicamente non solo il matrimonio omosessuale, ma anche qualsiasi forma familiare che non rientri nello schema eterosessuale tradizionale, giungengo a sostenere l’esistenza di un complotto a sostegno della diffusione dell’ “ideologia gender“. Domenica 19 gennaio a Parigi la Manif pour Tous, insieme ad alcune associazioni sue satelliti, è riuscita a radunare circa 40mila manifestanti al grido di: «PMA, GPA, on n’en veut pas» (opposizione assoluta a ogni forma di Procreazione Medicalmente Assistita e Gestazione per Altri).

Le voci contrarie si sono comunque levate anche in aula, dove Guillaume Chevrollier (Les Républicains) ha domandato ai colleghi:

« quale avvenire può prospettarsi per i bambini privati di un padre? ».

Anche Philippe Bas (Les Républicains) ha desiderato mettere in luce

« la spaccatura che si crea nella personalità in formazione di un bambino che diventa adolescente, che poi diventa adulto, quando questa mancanza che si crea in lui non riesce a trovare risposta ».

Non solo, perché il senatore Alain Richard (La République en marche, ma già Ministro della difesa negli anni ’90 tra i ranghi del partito socialista) ha dichiarato:

« io ho votato a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso perché reputavo utile, necessario, il riconoscimento sociale di altre coppie, ma non credo di poter votare a favore di un’evoluzione molto più profonda del genere umano, su cui, io ritengo, la ragione debba trattenerci».

 

In ogni caso il Senato francese ha rifiutato di includere la PMA pour toutes tra le prestazioni a carico del sistema sanitario pubblico (Sécurité sociale), al quale saranno addebitati esclusivamente i percorsi di PMA fondati su un criterio patologico. Criterio che il Senato ha voluto strenuamente mantenere anche per quanto riguarda la coppie eterosessuali, a differenza di quanto fortemente richiesto dal Governo. Quest’ultimo avrebbe infatti preferito cancellare l’esistenza di una patologia come elemento necessario all’accesso a un percorso di PMA.

La PMA pour toutes rientrava tra le promesse elettorali formulate tra il 2016 e il 2017 dal Presidente Emmanuel Macron, benché i tempi per la riforma si siano notevolmente dilatati rispetto alle previsioni iniziali. L’esame del Senato dovrà prendere in considerazione ben 275 emendamenti presentati negli scorsi giorni. Tra i temi più caldi rimarrà la questione del modo in cui stabilire il legame di filiazione tra la coppia e il/la bambino/a. Questione che si porrà anche rispetto alle coppie eterosessuali. Alla fine dell’esame del Senato, il progetto dovrà tornare al vaglio dell’Assemblée Nationale, che avrà l’ultima parola in materia.