La sindrome da pagina vuota è una patologia dell’autostima abbastanza diffusa.
Si presenta come incapacità di sfiorare la tastiera del computer, nel timore – per lo più inconscio – di potersi ustionare gravemente.
Ecco, la sindrome da blog vuoto è un elevamento a potenza di questa sensazione.
Da quando Penna Vagante era ancora in fase embrionale, privo di nome e di impostazione grafica, ho avuto la certezza che avrei dovuto affrontare la sindrome del blog vuoto nella prima settimana “completa” di Novembre. Perché Novembre è un mese che sento mio, sempre foriero di novità e inizi.
Ma specialmente perché questa settimana coincide con la European Fertility Week: una settimana dedicata ad accrescere la consapevolezza dell’infertilità a livello europeo. A promuovere il momento di riflessione è Fertility Europe, l’ente i cui membri sono le associazioni nazionali di pazienti, professionisti e attivisti del settore della fertilità.
La consapevolezza sulla fertilità umana viene abitualmente minata da molti fattori. Qualche esempio? La confusione – più o meno volontaria – che avviene tra sessualità e riproduzione: l’idea che un uomo infertile sia un uomo impotente è quanto mai radicata. Per le donne il discorso è differente, perché l’elemento sessuale non viene messo in discussione. A prevalere è il pensiero per cui una donna non possa dirsi tale senza rispondere e realizzare il proprio indiscusso (!) istinto materno. Così, una donna che non riesce a concepire un figlio con un comune rapporto sessuale è ritenuta semplicemente guasta.
Gli equivoci sul rapporto tra sesso e riproduzione e sul dovere riproduttivo delle donne sono alla base di un potentissimo stigma sociale. Di infertilità si parla poco e se ne parla di frequente a sproposito. Per questo le testimonianze di personaggi esposti mediaticamente, provenienti dal mondo dello spettacolo o delle istituzioni, sono accolte con sempre più gioia da chi cerca di diffondere il sapere scientifico e sociale in materia.
La notizia di oggi riguarda Michelle Obama, che anticipa di pochi giorni l’uscita della propria biografia (“Becoming”) annunciando ai media come non solo abbia sofferto di un aborto spontaneo, ma anche come entrambe le figlie siano nate da tecniche di fecondazione in vitro (IVF).
Sapete quindi quanti europei soffrono di infertilità? Oppure quanti bambini sono nati dalle tecniche di riproduzione in vitro? Questo video realizzato da Fertility Europe può iniziare a darvi qualche risposta! Per chi ne avesse bisogno, il video è dotato dei sottotitoli automatici di YouTube.
Satu Rautakallio-Hokkanen, Presidentessa di Fertility Europe ha lanciato la European Fertility Week 2018 ricordando come:
“Infertility remains underestimated and misunderstood. It’s not an easy issue to deal with and patients need every bit of support from their friends, families, employers, society and policymakers. The EU has a responsibility to play its part in promoting education and ensuring universal access to equal, fair and safe treatment. We owe it to the 25 million EU citizens who struggle every day with fertility issues”.
“L’infertilità resta sottostimata e fraintesa. Non è facile da affrontare e i pazienti hanno la necessità di ricevere il massimo del supporto dai loro amici, famiglie, datori di lavoro, dalla società e dai politici. L’UE ha la responsabilità di giocare il proprio ruolo nel promuovere la conoscenza e nell’assicurare a tutti coloro che ne hanno bisogno l’accesso a un trattamento di cura che sia eguale, equo e sicuro. Lo dobbiamo ai 25 milioni di cittadini europei che lottano ogni giorno contro l’infertilità”.
Se questi primi dettagli hanno stimolato in voi una dose di curiosità anche minima, sappiate che su questi (e molti altri) temi con Penna Vagante tornerò spesso e in modo approfondito. Per oggi è sufficiente uno spunto introduttivo… e la soddisfazione di aver affrontato la sindrome da blog vuoto!