I 70 anni della Dichiarazione Universale dei diritti umani e i diritti riproduttivi.

Oggi ricorre la Giornata mondiale dei Diritti Umani. Inoltre la Dichiarazione Universale, dalla quale la giornata trae origine, compie proprio quest’anno 70 anni.

L’Assemblea Generale dell’ONU ha infatti proclamato la Dichiarazione
il 10 Dicembre 1948.

Voi sapete che cosa sono i diritti umani?

Se avete qualche dubbio, sappiate che si tratta di quei diritti riconosciuti all’uomo in base alla sua semplice appartenenza al genere umano.
L’idea non è nata in tempi recenti, ma è stata formalizzata soltanto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Infatti, gli orrori perpetrati nei campi di sterminio e la morte di 50 milioni di persone resero indispensabile l’adozione di uno strumento giuridico in grado di salvaguardare i diritti fondamentali e la dignità di ciascuna persona senza distinzione «di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione» (art. 1 della Dichiarazione Universale).

Negli anni questi diritti sono divenuti sempre più articolati e specifici, fino a comprendere i diritti riproduttivi, cioè i diritti legati alla salute sessuale e riproduttiva.

Questo aspetto della salute riguarda prima di tutto la possibilità degli individui e delle coppie di decidere responsabilmente e liberamente il numero di figli da concepire, ma anche il momento e il luogo nei quali farlo. Non solo, perché a tutti gli individui andrebbe garantito l’accesso a complete informazioni e adeguati mezzi per poter assumere decisioni realmente libere in ambito riproduttivo. Ciò significa, inoltre, che a ciascun soggetto andrebbe assicurato il più alto livello di salute sessuale, oltre che riproduttiva.


Vi sembrano concetti molto astratti e remoti
?

Non è strano che sia così, perché i trattati internazionali impiegano normalmente un linguaggio astratto e generico, il modo da includere il maggior numero di situazioni e circostanze possibili. Queste ultime, spesso, sono molto lontane da quello che è il comune vivere occidentale, specialmente per chi può contare su disponibilità economiche di medio-alto livello.

In ogni caso, il concetto di salute riproduttiva è stato sviluppato sul piano legale come connesso alla vita della donna, vista la sua possibilità biologica esclusiva di  poter formare nel proprio corpo una nuova vita.

Esistono numerosi esempi di come la salute sessuale e riproduttiva sia messa a rischio:
– il rifiuto di permettere alla donna l’accesso a servizi sanitari (come l’obiezione di coscienza rispetto all’interruzione volontaria di gravidanza, in assenza di un medico che sostituisca l’obiettore),
– la bassa qualità, o assenza totale, di servizi sanitari pubblici, che espongono la donna alla necessità di rivolgersi ad attività clandestine,
– le mutilazioni genitali femminili,
– la sterilizzazione forzata,
– l’interruzione di gravidanza forzata,
– le condizioni di abuso vissute dalle spose bambine.

Alla base di queste violazioni vi è l’idea che il valore di una donna dipenda alla sua capacità di riprodursi, ma non solo. In alcuni Paesi a ciò si aggiunge la necessità di concepire un figlio maschio (necessità nella forma di forte pressione sociale o addirittura in forma di legge). Così, ragazze e donne si trovano costrette a subire gravidanze ripetute, spesso ravvicinate, o interruzioni di gravidanza selettive (come avviene nei Paesi dell’Asia orientale e meridionale, in Medio Oriente e nel Nord Africa).

Perché quindi dedicare qualche riga per ricordare come i diritti riproduttivi e sessuali siano a tutti gli effetti dei diritti umani? Perché troppo spesso si dimentica, o s’ignora in modo del tutto volontario, come la sessuale e riproduttiva costituisca a tutti gli effetti una forma di diritto alla salute e come rientri, più in generale, nella sfera di autonomia privata della donna.

Da questo punto di vista ho in mente tre approfondimenti mirati (a puntate). Vi racconterò in che modo i diritti riproduttivi si sono affermati come diritti umani, come questi ultimi abbiano accolto una prospettiva femminista e, non ultimo, quale sia l’origine storica e politica del diritto alla salute.

 

Curiosi? Spero di sì!
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P.s. In merito al 70° anniversario della Dichiarazione, questo è il video di Michelle Bachelet, Alta Commissaria per i diritti umani:

 mentre questo è il video di António Guterres, Alto Segretario dell’ONU:

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